Salone del Gusto 2014 :una foodblogger in esplorazione e 10 prodotti da trovare
Sono una foodblogger anomala.Non sono mai andata al Salone del Gusto di Torino.
Ho sempre desiderato andare,ma puntualmente c’era qualcosa che aveva la precedenza.
E così l’ho guardato con gli occhi di altri attraverso i racconti pubblicati in internet.
Quest’anno è diverso: sono tra i venti foodblogger che Pasta Garofalo,Slow food e AIFB (Associazione italiana foodblogger ) hanno coinvolto per presentare il progetto UNFORKETABLE,che durante i giorni della manifestazione vedrà all’opera lo chef stellato Niko Romito e la sua brigata.
Ho sempre desiderato andare,ma puntualmente c’era qualcosa che aveva la precedenza.
E così l’ho guardato con gli occhi di altri attraverso i racconti pubblicati in internet.
Quest’anno è diverso: sono tra i venti foodblogger che Pasta Garofalo,Slow food e AIFB (Associazione italiana foodblogger ) hanno coinvolto per presentare il progetto UNFORKETABLE,che durante i giorni della manifestazione vedrà all’opera lo chef stellato Niko Romito e la sua brigata.
E così tra dieci giorni sarò al Salone e lo guarderò con i miei occhi.
La foto che ho messo a corredo di questo post ben descrive il mio approccio all’evento: mi sento un’esploratrice….del Gusto.
In questi giorni sto pensando spesso al Salone:immagini,idee,pensieri affollano la mia mente,ma è tutto in penombra,come la foto,nulla di chiaro,di limpido.Non vedo l’ora di arrivare ed accendere la luce!!
Mi è stato chiesto di pensare ai 10 prodotti che vorrei trovare a Torino.
Da “absolute beginner” ho iniziato dalle basi,studiando i prodotti dell’Arca di Slow Food.
In questo momento ci sono 2000 prodotti a bordo dell’Arca,2000 specialità provenienti da tutto il mondo a rischio di estinzione e che come tali vanno salvaguardate.Come? in un modo molto semplice: comunicandoli,sostenendo i loro produttori,consumandoli.
Io li vorrei trovare tutti e duemila,ma dovendone scegliere dieci….
Da “absolute beginner” ho iniziato dalle basi,studiando i prodotti dell’Arca di Slow Food.
In questo momento ci sono 2000 prodotti a bordo dell’Arca,2000 specialità provenienti da tutto il mondo a rischio di estinzione e che come tali vanno salvaguardate.Come? in un modo molto semplice: comunicandoli,sostenendo i loro produttori,consumandoli.
Io li vorrei trovare tutti e duemila,ma dovendone scegliere dieci….
Da emiliana vorrei conoscere questi due prodotti della mia regione,che -faccio outing -mi sono quasi sconosciuti!!
1) il Salmerino del Corno alle scale,un pesce parente della trota fario e del salmerino alpino, importato dall’America alla fine dell’Ottocento che si distingue per la livrea sgargiante.Viene allevato in vasche alimentate da acqua di sorgente in uno stabilimento situato appunto nel piccolo parco regionale del Corno alle Scale sull’Appennino tosco-emiliano.
2) la Pera cocomerina,dolce e molto profumata, dal vago sentore moscato e di sorba.
La Cocomerina si conserva per poco tempo ed è molto sensibile alla ticchiolatura. Per questi motivi va consumata subito, altrimenti si perdono molte delle sue caratteristiche organolettiche. Il frutto fresco è quindi difficile commercializzazione,ma si presta molto bene alla trasformazione in marmellate o alla conservazione in sciroppo.
La Cocomerina si conserva per poco tempo ed è molto sensibile alla ticchiolatura. Per questi motivi va consumata subito, altrimenti si perdono molte delle sue caratteristiche organolettiche. Il frutto fresco è quindi difficile commercializzazione,ma si presta molto bene alla trasformazione in marmellate o alla conservazione in sciroppo.
Da amante dei paesi del Nord Europa vorrei assaggiare
3) il Geitost artigianale del fiordo di Sogne (Norvegia),un particolare formaggio a latte crudo di capra dolce caramellato a pasta marrone,che tradizionalmente si mangia a fette molto sottili e si accompagna con pane caldo.
La sua lavorazione prevede di portare a ebollizione il siero fresco e di aggiungere crema di latte vaccino. Il tutto viene riscaldato a 40°Cper 8-10 ore: durante la cottura, il lattosio presente nel latte cristallizza, colorandolo di marrone. La massa solida che se ne ricava – costituita essenzialmente da proteine dell’albumina, globuli grassi del latte e zuccheri caramellati – viene poi lasciata raffreddare, lavorata a mano e inserita in forme di legno rettangolari. Dopo un giorno, il formaggio marrone è pronto per essere consumato.
La sua lavorazione prevede di portare a ebollizione il siero fresco e di aggiungere crema di latte vaccino. Il tutto viene riscaldato a 40°Cper 8-10 ore: durante la cottura, il lattosio presente nel latte cristallizza, colorandolo di marrone. La massa solida che se ne ricava – costituita essenzialmente da proteine dell’albumina, globuli grassi del latte e zuccheri caramellati – viene poi lasciata raffreddare, lavorata a mano e inserita in forme di legno rettangolari. Dopo un giorno, il formaggio marrone è pronto per essere consumato.
I produttori del Presidio, inoltre, usano soltanto il latte della razza locale, la capra di Sognefjord, allevata al pascolo sui ripidi versanti del fiordo, per la maggior parte dell’anno.
4) lo skyr dall’Islanda,un formaggio fresco a base di latte acido, ottenuto dalla coagulazione delle caseine attraverso acidificazione con lattobatteri.
Quando sono stata nella terra del fuoco e del ghiaccio non ho avuto il piacere di assaggiarlo,ma ne sento spesso decantare la bontà.Tra l’altro essendo fatto con latte scremato è povero di grassi e ricco in proteine,per cui non dovrebbe fare troppi danni alla linea!!
Da teina e caffeina addicted ed infatti mentre scrivo sono qui che sorseggio la mia tazza di tè ai frutti di bosco vorrei provare:
5) gli Infusi di erbe e frutti spontanei del Rosson (Bielorussia),un’area di boschi e paludi con un ambiente ideale per la crescita di erbe aromatiche e i frutti di bosco. I principali ingredienti offerti dal bosco sono: ribes nero, fragoline di bosco, mirtillo nero e rosso, rosa canina, lampone, epilobio o camenèrio (Epilobium angustifolium), iperico, timo, spirea olmaria (Filipendula ulmaria),che vengono preventivamente essiccati e poi miscelati secondo antiche ricette di famiglia.
6)il Caffè di Ibo (Mozambico),apprezzato in particolare per il basso contenuto di caffeina, il caffè di Ibo sviluppa in tazza un intenso aroma di erbe (prevalentemente alloro, ma anche menta, eucalipto e liquirizia) caratteristiche che lo rendono un prodotto unico ed estremamente interessante.
Per ampliare la dispensa dei miei dolci
7) la Mandorla di Toritto (Puglia),frutto dall’un alto contenuto in olio e acidi grassi polinsaturi, una bassissima acidità e una sapore intenso ma, allo stesso tempo, equilibrato, con note di burro finali. La spiccata pastosità la rende ideale per l’utilizzo in pasticceria.8) la Fragolina di Sciacca e Ribera,che cresce sia spontanea nelle macchie del massiccio delle Madonie, sui Monti Nebrodi e sull’Etna, sia coltivata nelle zone vallive di Ribera e Sciacca. Pare che queste piccole fragole coltivate ancora oggi in quest’area dell’Agrigentino derivino da piantine portate in Sicilia dai reduci di ritorno dalla Grande Guerra. Le fragoline resistettero e si acclimatarono piuttosto bene. Si raccoglie a mano per un periodo brevissimo compreso tra aprile e maggio ed è delicatissima,infatti è sufficiente che lo scirocco soffi un paio di volte per compromettere il raccolto della stagione: le piantine, i fiori e i boccioli seccano e per un paio di settimane non cresce più nulla.
Da portare ai i miei due uomini che nei giorni della mia assenza assumeranno una dieta composta solo da derivati del suino!
9) il Furmagin da cion (Svizzera),un pasticcio di carne di maiale,un tempo preparato nelle pentole o nelle pirofile da dolce, assumendo una forma rotonda di grandi dimensioni, simile a una formaggetta.
Nel dialetto locale il cion è il maiale e il furmagin indica una torta di carne. .Era il prodotto che si consumava durante il periodo dell’uccisione del maiale e la ricetta variava di famiglia in famiglia ma alla base c’erano sempre le parti povere dell’animale come collo, guancia, fegato e pancia, tritate, speziate e cotte in forno.
E per finire la foodblogger che lavora alla Ricerca&Sviluppo di un’azienda che produce succhi di frutta muore letteralmente dalla voglia di assaggiare:
10)i succhi di frutta selvatica delle isole Gandoul (Senegal ),prodotti da una comunità di donne che raccolgono i frutti spontanei che crescono nella zona trasformandoli in ottimi succhi di karkadè, baobab, ginger, tamarindo, ditakh, new e altra frutta.
Romina Troncone
Sarà una bellissima esperienza che da tempo volevi fare! Io quest’anno non potrò esserci ma per il prossimo anno cascasse il mondo non mancherò! Goditi tutte le opportunità al Salone anche per me :)e poi raccontami com’è andata se sei riuscita a trovare quello che cercavi. Un abbraccio, Romina
Patty
Mandorla di Toritto e pera cocomerina sono nella mia waiting list (purtroppo solo 10 erano i posti da attribuire a questa lista speciale), ma ciò non toglie che li andrò cercando come un assetato nel deserto. Anche io come te mi sento un’esploratrice, una sorta di Alice nel paese delle Meraviglie. E proprio non vedo l’ora perchè due anni fa mi sono innamorata di quel luogo magico. Bellissimo post.
Un abbraccio, Pat
Augusta Papari
Da quest anno partecipa anche la Grecia con dei prodotti di qualità, tra questi le birre artigianali SEPTEM, una per ogni giorno della settimana e la bottarga TRIKALINOS che si produce alla laguna di Messologi. Divertiti al Salone, se riesco vengo anch’io.
Stefania Shade
fantastica la tua top ten, abbiamo in comune la pera cocomerina!
sarà una caccia ai tesori la nostra 😉
a presto
Stefania